SOSTANZE STUPEFACENTI: configurabilità della lieve entità ex art. 73 comma 5 del d.p.r. N. 309/1990 nei casi di detenzione di sostanze stupefacenti tra loro eterogenee

Con la Sentenza n. 51063 del 9 novembre 2018 le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno  risolto due dibattute questioni in materia di detenzione di sostanze stupefacenti, ovvero se la diversità delle sostanze detenute, a prescindere dal loro dato quantitativo, osti alla configurabilità dell’ipotesi di lieve entità prevista dall’art. 73, comma 5 del D.P.R. 9 ottobre 1990 n. 309 e se la detenzione contestuale di più sostanze integri un unico reato oppure una pluralità di reati in concorso formale od in continuazione tra loro.

Il caso sottoposto al vaglio della Suprema Corte riguardava un imputato ritenuto responsabile per  detenzione di più sostanze tra loro eterogenee e, precisamente, marijuana, hashish e cocaina. Continua a leggere

Quando, secondo la Corte di Cassazione, le intercettazioni sono idonee a giustificare il carcere preventivo

intercettazioni

Le intercettazioni se «chiare» e «non ambigue» sono sufficienti a giustificare la misura cautelare del carcere quando fondano l’accusa di partecipazione ad una associazione mafiosa. La II Sezione penale della Cassazione, presieduta da Piercamillo Davigo, con la sentenza n. 17158 del 17 aprile 2018, a due mesi e mezzo dalla entrata in vigore (il 26 gennaio scorso) del Dlgs n. 216/2017 recante “Disposizioni in materia di intercettazioni di conversazioni o comunicazioni” (in attuazione della delega contenuta nella legge 103/2017), conferma il ruolo chiave delle captazioni come strumento di indagine. I giudici, confermando la decisione del Gip del Tribunale di Caltanissetta, hanno così respinto il ricorso dell’indagato che aveva sostenuto la natura «neutra» delle conversazioni registrate. In sede di riesame, il Tribunale aveva invece accolto l’istanza contro il secondo capo di imputazione – possesso di un’arma da sparo – «ritenendo il quadro indiziario, fondato su una sola conversazione intercettata, insufficiente a ritenere sussistente l’ipotesi di reato». Continua a leggere

Responsabilità medica: sulla colpa penale parola alle Sezioni Unite

Sulla colpa medica saranno le Sezioni unite a pronunciarsi. E non su un aspetto marginale, ma sulle conseguenze stesse della riforma del marzo scorso. La questione è stata sollevata d’ufficio e verrà trattata nell’udienza del 21 dicembre, l’ultima presieduta da Giovanni Canzio.

Nella lettera inviata ai vertici della Corte, il presidente della Quarta sezione sottolinea di trovarsi a dovere affrontare un procedimento relativo al reato di lesioni colpose a carico di un medico specialista in neurochirurgia; tra i motivi del ricorso c’è quello dell’osservanza delle linee guida da applicare nel trattamento della specifica patologia considerata. Continua a leggere

Dalla truffa alla minaccia, si allunga la lista dei reati perseguibili a querela

Dalla truffa alla minaccia, passando per la frode informatica e l’appropriazione indebita. È pronto il testo del decreto legislativo che, in esecuzione della delega contenuta nella legge n. 103 del 2017, rivede le condizioni di procedibilità per alcuni reati. Lo schema di decreto sulle condizioni di procedibilità riprende in larga parte le proposte avanzate dalla commissione istituita nel 2012 dal ministero della Giustizia e presieduta dal professor Antonio Fiorella. L’ultimo intervento di tenore analogo era datata 1981 con la legge n. 689.

Se da una parte la procedibilità a querela rappresenta un punto di equilibrio fra l’esigenza di evitare che si realizzino meccanismi repressivi automatici per fatti di gravità trascurabile e quella di fare emergere l’interesse privato alla punizione del colpevole, dall’altra, con il suo ampliamento – ed è una delle dichiarate intenzioni del provvedimento, si può ottenere una riduzione anche significativa dei carichi processuali, senza toccare il principio dell’obbligatorietà dell’azione penale. Potrebbero cioè attivarsi dei meccanismi conciliativi nella fase delle indagini, non fosse altro che per evitare il rischio processo. Continua a leggere